COMISO
GEOGRAFIA
Comiso
(28 906 abitanti; 209 m s.l.m.; CAP 97013; prefisso tel. 0932),
cittadina sulle pendici dei monti lblei.
La
strada che porta a Comiso da Ragusa è molto bella, soprattutto nel
tratto finale, per le suggestive e ampie vedute sulla valle d'Ippari
e giù fino alla costa.
Il
paese è di aspetto in gran parte settecentesco.
Il
territorio e' pianeggiante, ricco di insediamenti abitativi, legati
per lo più al processo di urbanizzazione, alla piccola industria
ed anche all'espansione delle colture in serra, soprattutto nella
fascia costiera.
La
campagna del comisano è fra le più ricche e fertili
di tutta la Sicilia meridionale, grazie alle abbondati risorse idriche.
L'agricoltura quindi, sempre piu' moderna e specializzata (prodotti
ortofrutticoli e primaticci), ha un posto di primaria importanza.
Molto
importante è la lavorazione della pietra dura (la pietra
di Comiso) che qui ha assunto l'aspetto di una vera e propria industria.
Nel Comisano, infatti, il calcare presenta aspetti simili al marmo
e viene largamente impiegato come materiale da costruzione.
Piazza
Fonte di Diana
- Centro del paese, è ornata dall'omonima fontana
neoclassica, alimentata da acque che in epoca romana erano destinate
ad un bagno termale. Proprio di fronte alla fonte, nella stradina
di collegamento con piazza delle Erbe, sono stati riportati alla
luce alcuni ambienti delle antiche terme: il calidarium ottagonale
ed un ninfeo con un mosaico a tessere bianche e nere raffigurante
Nettuno e le Nereidi (II sec. dC.).
Piazza
delle Erbe - Vi si affaccia la Chiesa Madre, S. Maria
delle Stelle, caratterizzata, nella facciata, da tre ordini
scanditi rispettivamente da paraste con capitelli dorici, ionici
e corinzi. Sulla piazza si trova anche il mercato coperto, in stile
neoclassico (1871), che ospita il Museo Civico Kasmeneo
con una raccolta di cetacei e di tartarughe marine, ed anche la
Biblioteca di Bufalino, donata dallo scrittore (morto
nel 1996) al suo paese natio e suo rifugio.
Chiesa
dell'Annunziata - Scenograficamente posta in cima ad un'insolita
scalinata che corre obliqua rispetto al prospetto, la chiesa possiede
una bella facciata neoclassica che presenta un singolare elemento
di raccordo tra i due ordini, un ramo di palma. L'interno, luminoso,
è decorato a stucchi bianchi, blu ed oro e conserva due tele di
Salvatore Fiume (nel Coro).
Chiesa
di S. Francesco (o dell'immacolata) - La chiesa, rinascimentale,
racchiude la bella Cappella Naselli, dalla pianta
quadrata che i pennacchi rendono ottagonale nella parte alta e che
si chiude con una cupola costolonata. Qui si trova il monumento
funebre di Baldassarre Naselli sormontato da un'edicola, entrambi
di fattura gaginesca. Nella controfacciata si trova una cantoria
secentesca ornata da cesti di frutta e fiori dipinti.
Piazza
S. Biagio - Sulla piazza si elevano la Chiesa di S. Biagio
di origine bizantina (contrafforti), ma riedificata nel '700 ed
il Castello Aragonese, trasformato in residenza baronale
dai Naselli.
Chiesa
dei Cappuccini - Nella zona sud della cittadina. L'edificio
risale al 1616. All'interno, si può ammirare un bell'altare ligneo
a tarsie ed una piccola statua della Madonna dai tratti delicati
(XVIII sec.). Nella chiesa si trova una cappella mortuaria con mummie
di religiosi ed uomini illustri che ricalca in piccolo le Catacombe
dei Cappuccini di Palermo.
STORIA
Nella zona collinare
del territorio di Comiso si sono trovate numerose tracce di insediamenti
umani molto antichi dell'epoca neolitica ed eneolitica. In queste
furono impiantate dai Siculi delle officine di selce, che qui veniva
estratta, lavorata ed esportata. Si pensa, inoltre, che in seguito
alla colonizzazione greca, nella località del Cozzo di Apollo,
abbia avuto origine la misteriosa Kasmenai, la mitica cittá che
fonti storiche vogliono sia stata edificata fra Kamarina e Akrai.
Cospicui sono i resti di costruzioni
greche e romane: particolarmente significativo il resto di un mosaico
pavimentale romano, trovato nei pressi della Fonte Diana.
L'arrivo dei Bizantini, dopo le scorrerie
barbariche, da' un nuovo impulso di risveglio quando si munisce
la cittá di mura e i vari nuclei abitativi si riuniscono per formare
il casale di Comicio, denominato poi Jhomiso.
L'evoluzione
dell'abitato in epoca bizantina è lenta ma costante, e prosegue,
senza molti traumi, anche dopo la conquista araba. Sotto i Saraceni
il casale di Jhomiso, che in arabo significa "sorgente di acqua",
forse in attinenza con la Fonte Diana, non subi' enormi varianti.
La vera storia della cittá comincia con
gli Aragonesi, che cedono Comiso in feudo ad un certo Federico Speciario
da Messina, nel 1296. Egli edificò nel nucleo urbano un palazzo-castello
e altre fortificazioni, attorno alle quali si formò il futuro
paese.
Nel
1321 il feudo fu ceduto a Berengaro de Lubera, il quale lo cedette
in seguito a Giovanni Chiaramonte, e quindi ai Riggio e nel 1392
al catalano Bernardo Cabrera, conte di Modica. Ma nel 1493 il feudo
comicino fu ceduto da Giovanni Cabrera, figlio di Bernardo, indebitato
fino al collo, ai Naselli, nobili di antica famiglia che tennero
il feudo fino al XVlll secolo e sotto i quali raggiunse livelli
economici e sociali eccezionali, grazie a leggi moderne e piú appropriate
ai nuovi tempi, come la concessione in enfiteusi di una parte dei
possedimenti della famiglia, l'istituzione di una fiera franca da
vincoli doganali, concessioni di franchigie e privilegi vari e altri
provvedimenti.
Con l'inizio del XVII secolo Comiso subisce
degli avvenimenti che rallentano e fanno regredire questi fermenti
di rinnovamento che hanno caratterizzato il secolo precedente: la
fondazione del Casale di Vittoria nel 1607, voluto dalla contessa
Vittoria Colonna, causò un notevole regresso demografico
della popolazione di Comiso. Altri avvenimenti, purtroppo funesti,
furono la terribile pestilenza del 1624 che si abbatté sulla cittadina,
come in tutta la Sicilia causando un alto numero di decessi, e poi
il tragico terremoto del 1693, che causó circa 90 morti ed enormi
danni all'abitato.
Da questi tristi eventi il popolo comisano
seppe risorgere con forza, ricostruendo tutti gli edifici abbattuti
e riproiettandosi con slancio verso un futuro migliore. Così
nascono in questo clima di fervore costruttivo i palazzi pubblici
e privati, nel caratteristico barocco siciliano, le chiese ed altre
costruzioni che hanno resa famosa la città per la scenografia
urbana.
Grazie anche alla volontà ed alla
munificenza dei Naselli nascono a Comiso i primi opifici industriali,
che le danno un notevole impulso economico, come la cartiera, costruita
nel 1729, che sfrutta le acque del fiume lppari, e i saponifici,
costruiti nel 1742 da Filippo Sallemi e Biagio Guarino, che avevano
imparato l'arte dai maestri saponari messinesi. É in questo periodo
che per la famiglia Naselli comincia la fase declinante, tanto che
nel 1754 i successori del conte don Baldassarre, per far fronte
ai debiti sono costretti a vendere una buona parte delle immense
proprietá, che vennero acquistate dagli stessi fittavoli e dai grandi
proprietari terrieri divenuti "baroni" (mediante l'acquisto dei
titoli per mezzo delle loro nuove ricchezze).
Sono gli ultimi sintomi del feudalesimo
e anche per Comiso si apre un periodo di profondo rinnovamento sociale,
prima con l'avvento dei Borboni e poi col Regno d'ltalia.
Nel
periodo fascista fu inaugurato a Comiso l'aeroporto militare, che
in questi ultimi anni era stato trasformato in base missilistica
ormai demilitarizzata.
ECONOMIA
La posizione economica generale, nel
comisano, è discreta. La campagna comisana, pianeggiante
per la maggior parte, con terre fertili e fino a qualche hanno fa
naturalmente irrigue, ha fatto si che l'agricoltura ha avuto, ed
ha ancora, un posto di primaria importanza nell'economia locale.
L'illuminata guida della famiglia Naselli ha inoltre contribuito
a creare una qualche forma di industrializzazione, (gli antichi
saponifici, la cartiera) e altre attivitá artigiane come quella
della lavorazione della pietra dura, la cosiddetta pietra di Comiso,
che qui ha assunto l'aspetto di una vera e propria industria.
Nel
territorio di Comiso il calcare presenta aspetti simili al marmo
e viene largamente impiegato come materiale da costruzione. Nel
1927 ebbe inizio, con la costruzione della prima segheria per la
lavorazione meccanica della pietra locale, una forma di industria
che oggi è largamente sviluppata.
Un
ruolo di rilievo svolge anche una piccola e media industria che
si occupa della trasformazione dei procotti locali: mulini, palmenti,
mangimifici, pastifici ecc. lmportante, infine, la produzione vinicola
di buona qualitá, quella delle carrubbe, delle mandorle, delle olive
e nelle zone piú irrigue, la coltivazione in vivaio e in serra,
che sta occupando sempre piú una parte preponderante nell'economia
del territorio.
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